24 Nov Sebastiano Grasso – COME LAVORA UN RITRATTISTA DELLA MATERIA, 2015
(Elzeviro / Ferruccio Gard a Venezia, Corriere della Sera, 24 novembre 2015).
Qualcuno li ha definiti “ritratti della materia”. Che paiono vibrare, però e che vivono di vita propria. Può un colore “puro” dare emozioni?, ci eravamo chiesti. E diventare anche personaggio? Beh, attraverso giochi di luce-spazio-forma inseriti in cornici geometriche, Gard ha sempre tentato l’una e l’altra strada. Cornici che, per Achille Bonito Oliva, creavano “ macchine formali che contenevano in sé l’idea della costruzione e dell’incastro”. In realtà, Gard è partito, negli anni Settanta, dall’arte cinetica ( quella che introduce il movimento nelle varie opere d’arte; movimento che può essere reale o provocato da un’illusione ottica ) per approdare alla op art ( arte programmata e concreta). In questo senso il suo percorso è sempre stato lineare. E continua ad esserlo nella mostra veneziano al museo di Ca’ Pesaro curata da Gabriella Belli. Mostra che – ha osservato Enzo Di Martino, critico che segue Gard da qualche decennio – diventa una sorta di consacrazione per l’autore. …Le ultime ricerche cromatiche puntano sull’optical. E’ il trionfo del bianco, del nero e del grigio in varie sfumature, cui si aggiungono, al massimo, un paio di colori. Si torna a quello che sul “ Corriere”, a suo tempo, Riccardo Barletta aveva definito “ un astrattismo post-moderno, lirico e, in più, conoscitivo”.