Ferruccio Gard | Elisabetta Castellari – FERRUCCIO GARD, QUARANTA ANNI DI VISIONI IPNOTICHE, 2015
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Elisabetta Castellari – FERRUCCIO GARD, QUARANTA ANNI DI VISIONI IPNOTICHE, 2015

(ARTE, Editoriale Giorgio Mondadori, ottobre 2015 ).

VENEZIA . Una pittura che sa rendere “ presente” l’assente (l’uomo ) e visibile l’invisibile (i sentimenti). Così Ferruccio Gard ( Vestignè, Torino, 1940) descrive il suo lavoro, frutto di una ricerca di oltre quarant’anni. Il pittore, con una carriera di successo anche come giornalista televisivo e romanziere, si avvicina nel 1969 ai movimenti dell’arte astratta e cinetica che allora si stavano diffondendo in Italia, Francia e Inghilterra. All’inizio è una sperimentazione rigorosa: composizioni limpide, segnate da una impostazione geometrico-matematica e da un profondo studio sul colore. Un linguaggio che negli anni si è aperto a forme più libere, evolvendosi in segni astratti che, come ideogrammi, compongono un alfabeto personale. Dal 17 ottobre al 10 dicembre la Galleria internazionale d’arte moderna di Ca’ Pesaro ( info tel. 848082000) ne ripercorre la carriera nella mostra Ferruccio Gard. Chromatism and optical art. Al piano terra sono esposte una ventina di opere realizzate a partire dagli anni Settanta. Al primo piano, nell’ambito della Collezione permanente, è presentata la produzione recentissima: una dozzina di grandi tele caratterizzate da una gamma cromatica ristrettissima, e un motivo a griglie incrociate che crea un’illusione di profondità.