Ferruccio Gard | Luca Beatrice – LA PITTURA NON SI INSEGNA, LA PITTURA INSEGNA A VEDERE, 2013
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Luca Beatrice – LA PITTURA NON SI INSEGNA, LA PITTURA INSEGNA A VEDERE, 2013

(dalla presentazione per la monografia “ Ferruccio Gard – Energie Cromatiche, 1969-2013”, novembre 2013).

Nel suo DNA visivo è andato condensandosi l’immaginario proposto da una stagione tutta
italiana che guardava con entusiasmo all’estetica della fabbrica, dell’organizzazione sistematica dello spazio comune, delle periferie di cemento, dell’ordine compositivo che accompagnava la vita quotidiana. Assecondando gli scritti teorici di Peter Halley, è proprio il background socio-culturale di Gard a giustificare una presenza costante di moduli geometrici mentre da un punto di vista formale, il suo linguaggio astratto è costruito sull’intuizione del guru dell’Op Art, Victor Vasarely: l’impercettibile rotazione del quadrato, e la sua moltiplicazione per continui spostamenti, genera nel dipinto un’infinita possibilità di variazioni percettive. Nella serie Optical Emotion i quadrati si tramutano in losanghe e creano nuovi spazi entro cui condensare un movimento peristaltico, quasi ondoso, di andate e ritorni, di avvicinamenti e allontanamenti, a seconda della posizione assunta dallo spettatore di fronte alla tela. In questi lavori si generano “tante forme compresenti e simultanee” (Umberto Eco) che convergono verso un centro instabile di illusoria tridimensionalità. È evidente che Gard insegue un’organizzazione sistematica del supporto, del colore e degli equilibri compositivi basandosi su due fondamentali principi: la serialità e la centralità. Anche nei quadri astratti il vortice cromatico erutta in macchie di colore per effetto di caleidoscopico impatto visivo. ….La sua mimesi è fatta di licenze che nell’astratto trovano ragione di esistere e che nella figurazione – di emozioni, sentimenti, stati d’animo – educano alla percezione sensibile del reale. Perché la pittura, come sosteneva Albers, non si insegna, la pittura insegna a vedere.