01 Mag Beatrice Buscaroli – QUANDO LA RETINA NON E’ TUTTO, 2015
(dalla presentazione della mostra antologica 1969-2015 “Chromatism and Optical Art”, Galleria Internazionale d’Arte Moderna, Ca’Pesaro, Fondazione Musei Civici di Venezia).
Se per Vasarely il fine è quello di smussare, se non addirittura di eliminare, ogni psicologismo, ogni riferimento della pratica della pittura al sentimento, al “cuore”, per Gard si tratta di mantenere un equilibrio tra rigore costruttivo della forma-colore e “sentimento”, tra percezione visiva e movimenti dell’anima. Insomma, la retina non è tutto: quanto osserviamo è manifestazione di un tentativo, di una speranza, di indicare un assoluto con il quale l’arte ha necessità di confrontarsi.La seduzione dello spazio e la seduzione del colore sembrano contrassegnare le variabili compositive che accompagnano la ricerca di Ferruccio Gard, dalle modulazioni degli anni Settanta fino alle più recenti variazioni modulari.
…“Carattere e sentimento variano da quadro a quadro, senza nessun tocco aggiuntivo”, sottolineava Josef Albers appena giunto al Black Mountain College, nel 1933, all’indomani della chiusura del Bauhaus. E questo riferimento è probabilmente l’indice più appropriato per affrontare le varianti della ricerca visiva di Gard, che ben sa che per poter usare il colore è necessario sapere che esso inganna di continuo. Che il colore ordinato in molteplici varianti è il veicolo capace di generare infinite possibilità percettive, ma anche ritmi musicali che giustificano l’utopia che chiamiamo arte, di fissare un flusso continuo in una forma.